Nei giorni dall’8 al 10 maggio 2013 la classe 3F dell’Istituto ha effettuato un particolare viaggio d’istruzione nell’ambito del progetto Confini, coordinato dalla professoressa Zeni. Il percorso didattico prevedeva la visita di alcune località ai confini orientali del nostro paese, teatro delle vicende storiche del XIX secolo.

Prima tappa della visita, sempre con guide locali, la risiera di San Sabba presso Trieste, utilizzata dopo l’8 settembre 1943 dai nazisti come campo di prigionia e di smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione anche un forno crematorio.

Il percorso ha poi toccato sempre con guide locali, che hanno portato anche testimonianze dirette, la foiba di Bassoviza e  il campo profughi di Padriciano.

Il secondo giorno era previsto lo sconfinamento in Slovenia per la visita del museo della guerra all’aperto presso Caporetto e il percorso di un tratto del sentiero della pace realizzato tra i camminamenti e le trincee della prima guerra mondiale.

Nel pomeriggio visita alla città di Gorizia, divisa nel 1947 dai nuovi confini disegnati dopo la seconda guerra mondiale.

Venerdì mattina una visita al di fuori del percorso del progetto, ma comunque molto interessante, alla cittadina medioevale di Venzone, monumento nazionale, distrutta dal terremoto del 1976 e ricostruita com’era.

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Memoriale delle vittime di Avasinis

Nel pomeriggio la classe è stata accolta presso il Centro Servizi di Avasinis, ultima tappa del percorso, dall’Amministrazione Comunale di Trasaghis nelle persone del vicesindaco Enzo Vidoni e dell’assessore Elena Rodaro, dalla proloco di Avasinis e dagli abitanti della piccola frazione di Trasaghis. Avasinis, come ha illustrato lo storico Pieri Stefanutti, responsabile del locale centro di documentazione, fu teatro il 2 maggio 1945 di un eccidio nazista nel quale furono uccise 51 persone.  I ragazzi hanno visitato il memoriale dell’eccidio e hanno potuto ascoltare direttamente dalla voce di alcuni superstiti della strage la loro drammatica testimonianza.

 

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